Vicomero, 16 luglio 2015
Sto rivedendo alcuni scritti del passato…
Mi è più chiaro di allora il mio nulla.
Le mie, e le nostre aspirazioni, pensando soprattutto a Edda e Paola, e a quanti mi hanno accompagnato, sono legate a Dio. E’ Dio che “respira” con i suoi figli e le sue figlie.
In Gesù ha mostrato il Suo volto nella carne, in Lui si è fatto Parola, si è fatto fratello nostro, ha mostrato l’intimità della sua vita nello Spirito Santo, Signore che dà la vita e che scorre come un fiume nel deserto del nostro nulla.
Sono e siamo il poco che sappiamo accogliere della vita: realtà d’Amore senza limiti. Il mio e il nostro parlare, le nostre esperienze più belle, sono un debolissimo riflesso della sua Luce infinita.
Dio solo è! Dio solo è pienezza di vita.
Scrivere di Lui, del suo riflesso su di noi è in qualche modo “adorazione” del suo Essere, della sua infinita misericordia. Siamo come piccoli segni della sua vita nel deserto del nostro nulla. Allora raccontare anche le nostre povere esperienze è contemplare dei segni della Sua Presenza. E nella sua Luce è sempre più evidente la nostra povertà e il Dono della sua Misericordia infinita.
Signore, aiutami a ripercorrere il mio passato, perché sappia chiedere perdono a te e ai miei fratelli e possa celebrare la tua misericordia, amore ad oltranza verso i tuoi figli.
Mentre ti ringrazio perché “il divino e l’umano – come scrive papa Francesco nell’enciclica Laudato sì n. 9 – si incontrano nel più piccolo dettaglio della veste senza cuciture della creazione di Dio, persino nell’ultimo granellino di polvere del nostro pianeta”, io non saprei scrivere una frase, senza ripetere mille e mille volte il nome di Dio.
Sì, come il raggio di luce non può esistere né “raccontarsi” senza legarsi al suo Centro: il Sole.
“La persona, la sua autocoscienza, la libertà e l’amore sono il frutto della chiamata all’esistenza operata da Dio. Sarebbe come l’orma che la vocazione all’essere da parte di Dio lascia sulla natura del nuovo soggetto, generato dai genitori… siamo stati collegati, per così dire, personalmente col <sistema> Dio…” (Unità e Carismi n. 2 – 2014, Andrade)
Il nostro “nulla – dono di sé” è, come l’amore vero, legato alla sua sorgente. E’ la pienezza della libertà della persona, che è tale non nel chiudersi, ma nell’aprirsi al “SI” a Dio e ai fratelli.